Emmanuel Macron ha riconosciuto ufficialmente che la Francia ha condotto una «guerra» in Camerun durante la decolonizzazione del paese africano. Il presidente francese ha ammesso l'uso di «violenza repressiva» da parte delle forze francesi alla fine degli anni Cinquanta.
L'ammissione è contenuta in una lettera inviata al suo omologo camerunense il mese scorso. La comunicazione rappresenta un passo storico nelle relazioni franco-camerunensi e nel processo di riconciliazione con il passato coloniale francese.
Il rapporto che documenta le violenze
Il riconoscimento di Macron fa seguito a un rapporto commissionato ufficialmente dal governo francese e pubblicato lo scorso gennaio. Il documento ha rivelato per la prima volta l'entità delle violenze perpetrate dalle forze francesi durante la lotta per l'indipendenza camerunense.
Secondo il rapporto, la Francia attuò un esodo forzato di massa della popolazione locale. Le autorità coloniali spinsero centinaia di migliaia di camerunensi in campi di internamento e sostennero milizie brutali per reprimere il movimento indipendentista del paese centroafricano.
Fonti utilizzate: "AGI"
Nota: Questo articolo è stato modificato con l'aiuto dell'Intelligenza Artificiale.