Trump pianifica l’uso di forze militari rapide contro i disordini civili

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Un Marine americano fa la guardia a un edificio federale mentre interagisce con un civile, mostrando il dispiegamento di forze militari per proteggere strutture governative (Immagine simbolica) (Photo by David McNew/Getty Images) Getty Images

L'amministrazione Trump starebbe valutando la costituzione di una "forza di reazione rapida per disordini civili" composta da centinaia di soldati della Guardia Nazionale. Il piano, come riporta il Washington Post attraverso documenti interni del Pentagono elaborati tra fine luglio e inizio agosto, prevede lo schieramento rapido di truppe nelle città americane teatro di proteste.

La proposta contempla 600 soldati in stato di allerta costante, pronti a dispiegarsi in appena un'ora, secondo quanto emerge dai documenti. I militari sarebbero divisi in due gruppi da 300 unità ciascuno, di stanza presso basi in Alabama e Arizona, con competenza rispettivamente sulle regioni a est e a ovest del fiume Mississippi.

Costi e logistica dell'operazione

I costi del programma potrebbero raggiungere centinaia di milioni di dollari qualora venisse adottato, secondo le proiezioni contenute nei documenti del Pentagono. Le spese più elevate deriverebbero dalla necessità di mantenere aerei ed equipaggi militari pronti 24 ore su 24 per il trasporto delle truppe.

I documenti evidenziano tuttavia che il trasporto tramite compagnie aeree commerciali rappresenterebbe un'alternativa meno costosa. La proposta è attualmente contrassegnata come "pre-decisionale" e include una valutazione delle implicazioni sociali del programma.

Base legale e differenze operative

Il piano si baserebbe su una sezione del Codice degli Stati Uniti che consente al comandante in capo di aggirare le limitazioni all'impiego delle forze armate sul suolo americano. La proposta rappresenterebbe un'ulteriore espansione della volontà del presidente Donald Trump di utilizzare le forze armate sul territorio americano.

Il sistema si differenzierebbe dalle attuali squadre di pronto intervento della Guardia Nazionale, che operano nei propri Stati di origine, poiché comporterebbe lo spostamento di truppe da uno stato all'altro, secondo quanto riportato dai documenti.

Fonte AGI (www.agi.it)

Nota: questo articolo è stato rielaborato da UPDAY con l'ausilio dell'intelligenza artificiale.

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